italiani che hanno combattuto per l'austria

Non così il governo italiano, convinto a lungo di non poter contare sulla fedeltà dei combattenti, ossessionato dalle diserzioni e convinto che le notizie sulla fame che si pativa nei campi di prigionia le avrebbero scoraggiate. Ma la figura femminile divenne anche fondamentale per rassicurare e rinforzare lo spirito degli uomini che combattevano in trincea. La guerra rappresentò quindi una colossale occasione di sviluppo per buona parte dell'industria italiana, e, nonostante le mancanze dell'amministrazione pubblica, che non riuscì mai a controllare completamente i profitti degli industriali, costoro non temettero di giustificare sprechi e frodi con l'ansia patriottica di fornire armi per la vittoria. Dopo una lunga serie di inconcludenti battaglie, la vittoria degli austro-tedeschi nella battaglia di Caporetto dell'ottobre-novembre 1917 fece arretrare il fronte fino alle rive del fiume Piave, dove la resistenza italiana si consolidò; solo la decisiva controffensiva di Vittorio Veneto e alla rotta delle forze austro-ungariche, sancì la stipula dell'armistizio di Villa Giusti il 3 novembre 1918 e la fine delle ostilità, che costarono al popolo italiano circa 650.000 caduti e un milione di feriti. È facile cadere nella retorica … Il tema delle condizioni che dovettero affrontare le popolazioni soggette alla provvisoria amministrazione nemica è stato a lungo un tema trascurato dalla storiografia italiana, messo in secondo piano a confronto della situazione militare. We are happy to welcome you back to our Museum from 1 December 2020. Il Vietnam dei giovani italiani che hanno combattuto in Indocina con la Legione straniera dal 1946 al 1954. La rotta è totale e dura per settimane, gli … Gli attacchi sull'Isonzo ripresero nella primavera del 1917, con un'offensiva tra il 12 e il 26 maggio e una seconda tra il 19 agosto e il 19 settembre, inframezzate da una limitata controffensiva austro-ungarica in giugno (la battaglia di Flondar): le forze italiane guadagnarono alcune posizioni, conquistando il Monte Santo e affacciandosi sull'altopiano della Bainsizza, ma non riuscirono a sopraffare le forti difese nemiche. I parroci erano sempre stati importanti mediatori culturali nelle comunità contadine, e ora investirono le loro competenze e la loro abitudine a trattare con persone semplici, nella cura delle anime dei soldati. Fu quindi istituito un apposito Ufficio Propaganda (Ufficio P) col compito di impostare basi nuove e di coordinare le iniziative in questo senso. Le autorità italiane (in primo luogo Orlando) proibirono ed ostacolarono in ogni modo la pratica di aiuti organizzati, e solo sul finire del conflitto tentarono un esperimento in questo senso. 272, 12,90 euro) In Indocina, dal 1946 al 1954, hanno combattuto oltre 5.000 italiani inquadrati nella Legione straniera. Questo atteggiamento era appoggiato e incoraggiato dalle autorità politiche e militari italiane, a conferma della scarsa fiducia che esse avevano nelle truppe[130]. Appena quattro mesi prima il generale Pollio aveva presentato una relazione in cui scriveva: «[...] se l'esercito italiano dovesse essere portato all'altezza degli eserciti delle altre grandi potenze europee, pur tenendo conto esatto della differenza numerica esistente fra le rispettive popolazioni, occorrerebbe all'Italia compiere uno sforzo grandioso». Appartengono a […] Questo calmiere dei noli, seppur teoricamente in grado di funzionare, era però legato alla coercizione di agenti di polizia che imponessero il calmiere, e alla disponibilità di navi mercantili inglesi o italiane. Cadorna perciò impartì istruzioni disciplinari molto severe ai tribunali militari, ma questi in un primo tempo faticarono ad adeguarvisi. È possibile iscriversi all’A.I.R.E. La fallimentare spedizione del colonnello Antonio Miani nel Fezzan alla fine del 1914 e l'entrata in guerra dell'Impero ottomano (con la contestuale proclamazione da parte del sultano di una "guerra santa" contro le potenze europee) rinsaldarono il morale dei guerriglieri libici, e all'inizio del 1915 gli italiani dovettero abbandonare vari capisaldi, non senza subire forti perdite nei ripiegamenti: per l'agosto 1915 la presenza italiana in Tripolitania si era ridotta alle città di Tripoli e Homs e alle loro immediate vicinanze, mentre in Cirenaica, dove la resistenza era guidata dalla confraternita islamica dei Senussi, il controllo italiano non andava oltre una striscia di terreno tra Bengasi e Tobruch[89]. Risposta Vorrei avere un esempio completo di una ricerca. Contemporaneamente alle operazioni belliche, la guerra ebbe anche una profonda influenza sullo sviluppo industriale del paese oltre ad avviare grandi cambiamenti in ambito sociale e politico. Il Fascismo poi non fece altro che consolidare quanto già avvenuto, cancellando la prigionia dalla memoria della guerra, e solo nel 1993 questi fatti ebbero la giusta considerazione grazie alla pubblicazione del volume di Giovanna Procacci Soldati e prigionieri italiani nella grande guerra. In questa landa, che ai soldati che arrivano dalle Alpi appare veramente desolata, hanno luogo i primi terribili rovesci dell’esercito dell’imperatore Francesco Giuseppe (1830-1916). In questo senso un primo aspetto da considerare concerne lo sfaldamento dell'apparato amministrativo italiano che seguì e accompagnò quello dell'apparato militare dopo la rotta, provocando la decapitazione della classe dirigente locale. Crebbe infatti durante la guerra la contrapposizione tra esercito e Paese, dove soldati e ufficiali pensavano che alle loro spalle fosse rimasta una nazione sostanzialmente estranea alla guerra, e capace anzi, di approfittarne. In ciascun ambito sociale le donne escono allo scoperto: l'anarchica Maria Rygier si converte all'ideale patriottico e sale sui palchi degli interventisti per fare discorsi pubblici, discorsi che fanno anche la repubblicana Margherita Sarfatti e la socialista Anna Kuliscioff, che divenne più che mai importante consigliera politica accanto a Filippo Turati. Il 24 Di San Giuliano assieme a Antonio Salandra e all'ambasciatore tedesco Hans von Flotow presero visione dell'ultimatum presentato dall'Austria-Ungheria alla Serbia, rimanendone sconcertati. I Reparti d'assalto ebbero il loro battesimo del fuoco durante l'undicesima battaglia dell'Isonzo e poi ancora durante Caporetto, quando furono frequentemente impiegati come retroguardia delle unità in ripiegamento verso il Piave; per il 1918, in aggiunta ai reparti aggregati ai corpi d'armata, erano state costituite due intere divisioni d'assalto, e gli Arditi furono intensamente impegnati nella battaglia del Solstizio e poi durante Vittorio Veneto[70]. Similmente, per effetto dell'armistizio di Mudros con l'Impero ottomano truppe italiane furono inviate nella penisola anatolica, un modo anche per riaffermare gli interessi dell'Italia nella zona stabiliti nel patto di Londra del 1915. I proclami sulle ragioni della guerra e le parole solenni, erano di quanto più distante poteva esserci rispetto al linguaggio e alla mentalità dei soldati, e questi consideravano quest'obbligo supplementare come una fatica inutile, che ne abbassava il morale. La guerra risvegliò l'interesse di tutti i governi verso l'arma della propaganda, con cui si potevano galvanizzare gli spiriti depressi e sofferenti. Fotografie, memorie e un libretto di volo. Cominciò a farsi strada l'idea che contro i recalcitranti non vi fosse altro linguaggio utile che la violenza[41]. I fanti erano in grandissima parte contadini, e l'opposizione tra fanti e imboscati divenne dunque opposizione tra contadini e borghesi, tra contadini e proletariato urbano[152]. Successivamente le Opere Federate fornirono agli ufficiali P materiale per l'assistenza delle truppe al fronte e controllarono i soldati in licenza; Opere Federate e Servizio P furono organizzazioni che presentavano alcuni aspetti similari, a partire dal reclutamento, per cui i responsabili erano scelti dai vertici. Il discorso che Rocco porta avanti nel secondo semestre del 1914 sull'organo del nazionalismo veneto, Il Dovere Nazionale, è innovativo perché teorizza la conquista della piazza tramite le tecniche della mobilitazione di massa da parte di una nuova destra che vada oltre le «idiosincrasie delle élite tradizionali della destra salandriana». Come si sono arrangiate e molto bene le dinastie di soldati italiani che hanno combattuto in varie epoche in Francia per la Francia, primus inter pares Giuseppe Garibaldi, che un po’ di sangue amaro doveva avere, con i francesi, dopo che la sua Nizza era stata merce di scambio per quel do ut des politico che condiziona la seconda guerra d’indipendenza italiana. Mentre la politica è impegnata nei mesi di neutralità a compiere calcoli sulle forze e sulle opportunità del paese nell'entrare nel conflitto, entrarono in campo gli intellettuali, che si prefissero lo scopo di moralizzare e idealizzare una situazione, che dal canto loro, non era solo una mera scelta di guadagni territoriali ed egemonia politica. Da questa considerazione egli elencava le molte carenze tecniche che affliggevano le forze armate, ma già dal 1913 il generale si lamentò dell'addestramento delle truppe e della preparazione alla guerra, ritenuto insufficiente e lacunoso di buoni sottufficiali. Spinte dalle forti campagne di agitazione interventista di Mussolini e dei gruppi nazionalisti, dall'arrivo di D'Annunzio nella capitale e dalla notizia delle dimissioni del governo, le dimostrazioni presero una piega nettamente eversiva. Ma di fatto sarebbe stato impossibile assicurare il buon andamento della produzione ricorrendo all'applicazione continua di misure coercitive. NORMATIVA ITALIANA: Il DPCM 3 dicembre 2020 disciplina gli spostamenti da/per l’estero fino al 15 gennaio 2021. La grande guerra e le trasformazioni del mondo mentale, La grande storia della prima guerra mondiale, Storia politica della grande guerra 1915-1918, Storia d'Italia. L'esercito si adoperò anche ad aumentare il numero di fucili e del loro munizionamento, ma non si colse la necessità di commesse maggiori per il munizionamento dell'artiglieria; insufficienti si rivelarono anche il numero di mitragliatrici e bombe a mano, mentre il numero di pezzi e munizioni per l'artiglieria media e pesante restarono per parecchio tempo, anche dopo l'entrata in guerra, molto scarsi[50]. Venne intensificata l'estrazione nazionale di lignite a basso potere calorifico, disboscando intere montagne; venne ridotta l'erogazione di gas nelle città; venivano soppressi moltissimi treni, mentre 25.000 vagoni ferroviari vennero richiesti per trasportare dalla Francia il carbone che non poteva arrivare via mare; per il trasporto di grano da Genova ai mulini nei dintorni della città, venivano usati i tram della rete urbana durante le ore notturne[141]. La firma dei trattati di pace finali portò a un rigetto delle condizioni a suo tempo fissate nel Patto di Londra e a una serie di contese sulla fissazione dei confini settentrionali del paese, innescando una grave crisi politica interna sfociata nella cosiddetta "Impresa di Fiume", cui si sommarono i rivolgimenti economici e sociali del biennio rosso; questi fattori gettarono poi le basi per il successivo avvento del regime fascista. Come scrisse lo storico Antonio Monti nel 1922, col passare del tempo «la guerra si era ormai immobilizzata nella fatale divisione del Paese nelle due uniche classi» quelle dei combattenti e degli "imboscati"[174], e ciò favorì il grosso risentimento che i soldati in trincea riversarono sia contro i cosiddetti "imboscati" sia contro i giornalisti stessi. Il 3 novembre 1918, mentre reparti italiani entravano a Trento e sbarcavano a Trieste, i delegati dell'Austria-Ungheria firmarono l'armistizio di Villa Giusti, conclusivo delle ostilità sul fronte italiano[82]. Kriegsmarine effettuò soprattutto azioni di disturbo tramite sommergibili e naviglio leggero, avvalendosi di U-Boot forniti dall'alleato tedesco sin dall'agosto 1914, i quali operarono con base nel porto di Pola sotto bandiera austro-ungarica. All'inizio del 1916, dopo le pesanti perdite patite nelle prime battaglie dell'Isonzo, agli ufficiali inferiori fu ordinato di non condurre più gli uomini dalle prime linee ma di tenersi dietro di essi, e di eliminare dalle loro uniformi ogni elemento che le rendesse troppo distinguibili da quelle dei soldati come fasce e spade[59]. Per te c’è l’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero - A.I.R.E. Secondo i dati diffusi dall’European Research Center (Erc) e ripresi da Il Sole 24 Ore, su 327 vincitori dei finanziamenti per la ricerca scientifica Fuga dei cervelli dall'Italia. Storia Militare e Guerre della Germania. Come furono milioni gli uomini mobilitati, furono milioni anche i prigionieri deportati nei territori europei e sottoposti alla reclusione per mesi e anni. Come le altre forze belligeranti, l'esercito italiano imparò con l'esperienza. La propaganda si occupò della prigionia anche in altro modo, ossia con una serie di opuscoli diffusi nel 1917-1918, in cui venivano descritte le condizione di vita dei prigionieri in mano agli austriaci. Tra il 1916 e il 1917 si ebbero in Italia moltissime agitazioni contro la guerra; i fatti di Torino del 1917 (dove la mancanza del pane fu la scintilla diede il via a drammatici tumulti tra il 21 e il 25 agosto, dove persero la vita 35 dimostranti e tre uomini della forza pubblica[142]) costituirono l'episodio più grave e conosciuto, ma altre centinaia di manifestazioni, anche violente, ebbero luogo in quasi ogni provincia italiana, e l'ampia ed attiva partecipazione delle donne fu l'elemento caratterizzante di questa ondata di agitazioni. In lizza sei candidati, che si sono sfidati in un dibattito in televisione. Proprio in tale contesto, allorquando nel 1913 l'Austria-Ungheria aveva progettato un'operazione militare contro la Serbia, l'opposizione dell'Italia lo aveva mandato a monte; esasperando l'avversione di Francesco Ferdinando e del generale Franz Conrad von Hötzendorf e del loro apparato militare. Minacciosa e foriera di gravi conseguenze fu la crisi provocata dalla ridotta importazione di carbone. COVID-19. Nel 1914 l'Italia era ancora un paese semindustrializzato, che in un settore industriale "chiave" come quello delle acciaierie, si fermava ad una produzione di circa 900.000 tonnellate annue rispetto alle 17,6 milioni di tonnellate prodotte in Germania, alle 7,8 in Gran Bretagna, e che addirittura rincorreva sotto questo aspetto paesi come il Belgio che produceva acciaio in quantità quattro volte superiori rispetto all'Italia. Le truppe di Borojević, tuttavia, furono in grado di ristabilire una nuova linea difensiva poco più a est, ancorata sulle vette del Monte Santo di Gorizia, del monte San Gabriele e del monte Ermada, contro cui si infransero i successivi attacchi italiani: tra settembre e novembre Cadorna sferrò altre tre offensive contro le posizioni austro-ungariche, guadagnando solo poco terreno al prezzo di pesanti perdite[78]. Per ciascun elenco di Paesi sono previste differenti limitazioni. Don Minozzi intuì che l'organizzazione del consenso richiedeva strumenti meno rozzi delle conferenze imposte dall'alto, ma doveva basarsi sulla creazione di ambienti accoglienti e rassicuranti per i soldati[109]. I fautori dell'intervento di parte progressista si rifacevano agli ideali di democrazia e alla lotta contro le monarchie autocratiche e alla liberazione di Trento e Trieste. Q: Quanto bene l’Austria-Ungheria ha combattuto nella prima guerra mondiale? Per convincere erano prima di tutto necessario assistere, distrarre e infondere fiducia, promuovendo atteggiamenti consensuali. Significativo fu il caso di don Giovanni Minozzi, il quale promosse l'istituzione al fronte e nelle retrovie di Case del Soldato, centri ricreativi dove i fanti riposavano, ascoltavano musica, assistevano a spettacoli teatrali, leggevano e trovavano qualcuno che li aiutasse nel compilare le lettere da inviare a casa. Ma con l'andare del tempo gli abitanti delle terre invase dovettero rendersi conto di quanto duro, e a volte feroce, fosse il nuovo regime, e impararono anche a riconoscere le differenze caratteriali e comportamentali delle diverse etnie rappresentate dagli occupanti. Il governo di Vienna non aveva minimamente ragguagliato Roma durante la fase di preparazione del durissimo ultimatum che aveva presentato, onde evitare le facilmente prevedibili reazioni negative; e nel tentativo di impedire qualunque forma di protesta formale, la scadenza dell'ultimatum stesso venne prefissata alle ore 17 del giorno successivo. Record Store Day was conceived in 2007 at a gathering of independent record store owners and employees as a way to celebrate and spread the word about the unique culture surrounding nearly 1400 independently owned record stores in the US and thousands of similar stores internationally. L'ufficiale diventa quindi un punto di riferimento obbligatorio, e il reparto di appartenenza una società provvisoria, che inquadra il soldato e gli fornisce le regole e i valori da seguire all'interno di questa[107]. Mentre Salvemini fu fin da subito interventista, a favore dell'Intesa e di un'Italia rivolta ai valori di progresso e di libertà contro gli Imperi centrali, Croce - originariamente triplicista, poi neutralista condizionato dall'impegno governativo - assunse un ruolo meno "rumoroso" rispetto ai movimenti interventisti di sinistra o di destra[30]. I sentimenti patriottici diffusi tra le classi agiate non avevano attecchito nelle classi operaie e contadine, e le difficoltà provocate dalla presenza di un esercito, italiano, austriaco o tedesco che sia, provocava comunque moltissimi disagi e quale fosse l'esercito non faceva differenza. Possiamo solo immaginare cosa significasse organizzare, registrare, ricoverare, sorvegliare e nutrire questi milioni di uomini, i quali molto spesso dovettero sopportare privazioni materiali inferte intenzionalmente, e violenze fisiche conseguenti soprattutto allo spostamento coatto e alla concentrazione improvvisa di grandi masse, spesso già provate, in condizioni di emergenza. Contro la guerra si schierarono invece i ceti borghesi, col loro leader Giovanni Giolitti, il mondo cattolico fedele alle tendenze politiche del Vaticano, e i socialisti. La performance di D'Annunzio fu all'altezza della sua fama; il discorso fu teso a circondare l'evento di un alone di sacralità, e il timbro principale fu dunque quello religioso, e religiosi - anzi biblici - furono molti dei rimandi simbolici e delle movenze ritmiche dell'orazione. Essere donna, avere appena 21 anni e vivere in una delle favelas più povere di tutto il Brasile: per Thais, ogni giorno era come una scommessa, tra la … La cosa si sarebbe ripetuta poi nel 1922 di fronte all'azione sovversiva delle squadre d'azione mussoliniane, dove l'azione del re, di fatto legittimò i sediziosi e conferì l'incarico di governo allo stesso Mussolini che li capeggiava[42]. Dominate è la prima, poiché la raffigurazione d'epoca usava sottolineare la maternità anche nella seconda, circondando la moglie del soldato di una "nidiata" di bambini, ponendola quindi come vedova. La situazione alimentare degli imperi centrali era gravemente compromessa e una circolare dell'esercito dichiarò in modo esplicito che le truppe in Italia non avrebbero ricevuto alcun tipo di assistenza dalla madrepatria[180]. Ma forse la vicenda più rappresentativa delle divisioni interne dei socialisti, fu la fuoriuscita del direttore dell'Avanti! Ogni madrina ha il «suo» soldato, a cui scrive e ne riceve a sua volta le lettere, in un rapporto destinato di norma a rimanere di carattere epistolare, ma che assume un forte significato di sostegno morale per tutti i fanti, soprattutto contadini, che non hanno la possibilità di un conforto familiare. La Triplice Alleanza, con l'azione messa in atto dall'Austria-Ungheria senza intesa preventiva con l'Italia e anzi, tenendola deliberatamente all'oscuro, era stata violata non solo nello spirito ma anche nella pratica[9]. Erano i cosiddetti «giornali di trincea», che nelle loro pagine descrivevano la vita al fronte, pur senza negandone i disagi, in chiave scherzosa, ora patetica e rassicurante, con nuove tecniche di comunicazione visiva e verbale, sostituendo in parte la grande stampa nazionale che non era mai riuscita a toccare veramente il pubblico popolare[110]. La direzione generale di Pubblica Sicurezza calcolò che in quattro mesi e mezzo, dal 1º dicembre 1916 al 15 aprile 1917, ebbero luogo circa 500 manifestazioni, alle quali parteciparono decine e decine di migliaia di donne; ma le manifestazioni proseguirono oltre aprile, per tutto il corso del 1917[143]. Il fronte interno giocò un ruolo fondamentale per il sostegno dello sforzo bellico: gran parte della vita civile e industriale fu completamente riadattata alle esigenze economiche e sociali che il fronte imponeva, e comparve la militarizzazione dell'industria, la soppressione dei diritti sindacali a favore della produzione di guerra, i razionamenti per la popolazione, l'entrata della donna nel mondo del lavoro e moltissime altre innovazioni sociali, politiche e culturali. Il predominio mondiale della triade anglo-franco-russa nel 1870 poteva dirsi concluso, ma non erano concluse le pretese delle potenze europee in Africa[1]. I saccheggi si ridussero dopo un paio di mesi, quando le autorità militari presero in mano la situazione, ma a quel punto iniziò una sorta di razzia intensiva e legalizzata dovuta alle direttive dei comandi austro-ungarici che prescrivevano di utilizzare a fondo le risorse del territorio per alimentare e approvvigionare l'esercito occupante a spese della popolazione. Tra il 23 giugno e il 5 dicembre 1915 Cadorna sferrò quattro distinte offensive contro le difese austro-ungariche dell'Isonzo, attestate a difesa di Gorizia lungo una linea tra le vette del monte Sabotino e del Podgora, subendo pesantissime perdite (62.000 morti e 170.000 feriti) a fronte di guadagni territoriali insignificanti[76]; i contemporanei attacchi della 4ª Armata sulle Dolomiti non ebbero miglior successo, con violenti scontri in uno scenario di alta montagna in mezzo a ghiacciai e quote mediamente superiori ai 2.000 metri di altitudine (la cosiddetta "Guerra Bianca"). In questo campo d'azione le tre correnti neutraliste - socialisti, cattolici e liberal giolittiani - mancavano di progetti comuni e punti d'incontro, mentre il fronte interventista agisce fin da subito come un blocco unificato, emarginando progressivamente i neutralisti i quali si ritirano dal campo prima ancora di tentare di agire in modo unificato[18]. Iniziò così la corsa alle alleanze; nel 1882 Otto von Bismarck allargò l'alleanza fra la Germania e gli Asburgo, all'Italia, nel tentativo di spegnere nei francesi ogni velleità di rivincita per la sconfitta patita nel 1870. Fino ad allora i comandi aveva rilasciato pochissime licenze, e solo per circostanze straordinarie e gravissime, e una severa censura postale aveva reso radi e difficili i contatti tra i soldati e le loro famiglie[112]. Cadorna rimase convinto che la guerra di logoramento fosse solo una condizione temporanea, e che sarebbe stata la manovra delle truppe a decidere le battaglie[93]: pur riconoscendo il potere distruttivo delle nuove armi, e prescrivendo quindi che le truppe non si muovessero in masse compatte ma in ondate non dense, il generale continuò a insistere sul fatto che le posizioni nemiche dovessero essere conquistate con ripetuti assalti frontali; fattore decisivo degli scontri era ritenuta la forza di volontà, lo slancio dei reparti e la determinazione a vincere dei soldati, capace di compensare qualunque svantaggio tecnologico o geografico[94]. Più a ovest, tra il 10 e il 29 giugno 1917, le forze italiane attaccarono la vetta del monte Ortigara, subendo pesanti perdite con solo esigui guadagni territoriali[79]. Il posto dei sindaci, degli assessori, dei contabili e di molte delle figure autoritarie e benestanti dei paesi coinvolti, fu sostituito in buona parte dai preti che generalmente rimasero al loro posto (anche se pure tra le autorità ecclesiastiche non mancarono episodi di fuga). I risultati dell'industria italiana risultarono di tutto rispetto, soprattutto considerando le costruzioni navali e aeronautiche, la produzione di fucili, mitragliatrici, cannoni e granate fu certamente inferiore rispetto alla produzione britannica, ma la limitata evoluzione tecnica delle armi durante il conflitto permise all'industria Italiana di produrre con largo impiego di licenze britanniche, francesi e talvolta tedesche e austriache. Le operazioni non videro una netta prevalenza di uno dei contendenti ed ebbero fine con l'entrata in vigore dell'armistizio di Villa Giusti il 4 novembre 1918, giorno in cui la Regia Marina completò o mise in atto una serie di occupazioni anfibie delle maggiori città costiere nemiche. La scelta del re scavalcò queste regole e si mise dalla parte della sovversione violando la tradizione democratico-parlamentare che aveva presieduto alla vita dello stato liberale fino a quel momento. Le truppe italiane erano entrate in guerra con in dotazione una maschera antigas di produzione nazionale, la "maschera polivalente a protezione unica", costituita da più strati di garza imbevuti di sostanze chimiche che dovevano neutralizzare l'effetto dei gas: abbastanza efficace contro il cloro, la maschera era però quasi inutile contro alte concentrazioni di fosgene e contro aggressivi chimici più moderni come il difosgene e la difenilcloroarsina, e alla fine del 1917 fu abbandonata in favore della più efficace maschera britannica Small Box Respirator (a sua volta derivata dalla maschera francese M2)[74]. Storia militare. … Con il prosieguo della guerra divennero numerosissime, e molte di queste si coordinarono nell'estate del 1917 nelle Opere Federate di Assistenza e Propaganda Nazionale, dirette dallo stesso Comandini. A queste pressioni risposero manifestazioni neutraliste, specialmente in Toscana ed Emilia Romagna, dove si arrivò addirittura a scontri violenti, e a Torino, dove le manifestazioni neutraliste furono imponenti e portarono ad uno sciopero generale contro la guerra.

Morti In Ossola, Potenza Morso Dogo Argentino, Pino Basso Da Giardino, Romulus Tv Series Review, Palo Del Colle Net,

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *