guccini canzoni vino

Piuttosto diciamo che proprio come esigenza personale non mi bastava più la scarna veste che davo prima alle mie canzoni. La genesi e il significato di questa canzone sono ben spiegate da Guccini in un’intervista di Brunetto Salvarani pubblicata nel prossimo numero 6 della rivista "Vita e Pensiero", il bimestrale dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, del 2009. Ma quando ti entra quella nostalgia che prende a volte per il non provato Poi dopo, ripensando a quell' incedere incalzante Aggiungiamoci un punto interrogativo in quanto è forse l'episodio più (apparentemente incomprensibile) di tutto l'album. Ma non è forse il cinema l'ultimo gradino (in salita naturalmente)nell'evoluzione del modo di raccontare le storie? Ma se i desideri sono solo nostalgia io solo qui alle quattro del mattino. Anche per lui era stato un sogno, non diciamo spento, ma senz’altro ridimensionato con la conoscenza effettiva. E questa fedeltà a se stesso rivela una buona fibra artistica, ma soprattutto una notevole dose di dignità personale: un complimento, quest' ultimo, che oggi tocca davvero a pochi. in quelle loro anime smarrite, Lo spunto mi venne da uno squarcio meraviglioso del profeta Isaia (21, 11-12). Mollare tutto e andare in Argentina, tornate ancora se lo volete, non vi stancate... Insomma, contrariamente a quanto premesso, il turista non è più tale, non è più quello che affascinato dalla milonga cingeva la fascia, saliva a cavallo e partiva per epiche avventure criolle, ma è il disincantato osservatore che dell'Argentina riesce  a trattenere soltanto "quella nostalgia". Caro Francesco Guccini, già a 16 anni amavo le tue canzoni (e il tuo poetare “di-vino”) e mi fa un po’ ridere scoprire che ti sei messo a parlare di me in tv, perché in fondo mi penso sempre come il figlio di un minatore delle colline senesi. Era piovuto piano e senza pause quasi fino a quel momento, Migliori canzoni italiane a tema vino. se e quando moriremo, ma la cosa è insicura, è una citazione biblica (Isaia 21,11) e significa in ebraico "Sentinella, quanto resta della notte?". Anche questa è una delle classiche ballate gucciniane, ancor più classica in quanto dalla storia vera e propria (si immagina un Gulliver che racconta le sue avventure ad un pubblico che non può e non vuole comprendere la simbologia dei nani, dei giganti, dei cavalli saggi) si può (ma non è necessario ricavare il senso della ,solitudine intellettuale: "da tempo e mare non s'impara niente". E dire che volevo regalarti un compleanno un po' diverso, parlare era soltanto un altro inutile delitto contro le nostre vite... Ma nel gioco avrei dovuto dirle: "Senti, senti io ti vorrei parlare...", Francesco Guccini. “La città vecchia” De Andrè. Poi quelle strade di auto scarburate e quella gente anni '50 già veduta, L’in-Canto del vino che ha ispirato odi e canzoni per secoli, che ha dato ispirazioni a letterati, artisti, che hanno poi lasciato testimonianza del loro sentire, ipnotizza e sospende il giudizio, perché dal vino passa la socializzazione, la protesta, il piacere, la passione, l’emancipazione, non solo il marketing. così, senza un futuro, in incertezza intenerita. Il tutto espresso attraverso una specie di beguine, di nightarola a strappacore canzonetta vera e propria. voglio veder chi sceglie, con tanti pretendenti, You also have the option to opt-out of these cookies. e nelle precisioni antiche del progetto umano Da un’intervista di Beppe Caporale pubblicata su “Ciao” del 12 giugno 1983: Cominciamo. ma voce sola di fede o rabbia, notturno grido che chiederà: Ma, sinceramente, anche questa volta lo fa con classe e - perché no - con ironia. Quella Croce del Sud nel cielo terso, E allora si diventa tutti Gulliver che, nell'omonima canzone, torna dai suoi viaggi meravigliosi, racconta e la gente non capisce (“Nei vecchi amici che incontrava per la via, in quelle loro anime smarrite sentiva la balbuzie intellettuale e l'afasia di chi gli domandava per capire, ma confondendo i viaggi con la loro parodia, i sogni con l'azione del partire”), perché confonde e distorce le immagini di chi ha viaggiato. Sotto i versi compare la scritta: Francesco Guccini, poeta italiano. Isaia, il profeta che di regola minaccia fuoco e fiamme per quanti non seguono le indicazioni divine, a un certo momento della sua vicenda dimostra in pieno la sua profonda apertura umana, in un paio di versetti pieni di speranza:  sentinella, a che punto stiamo della notte? L'album è stato distribuito in formato LP, Stereo8, MC e CD. subito con "Autogrill” proprio la canzone della rima con juke-box. poi prendendo la sua mano sopra al banco: "Non so come cominciare: parlava coi nipoti, che ascoltavano l' incanto l' aereo è sempre "The Spirit of Saint Louis" ,"Barone Rosso" E quindi ci sopporti, ci lasci ai nostri giochi, Coltivare la curiosità, la sete di ricerca. These cookies do not store any personal information. la capovolta ambiguità d' Orione e l' orizzonte sembra perverso. deserta dell' estate, in ogni simbolo imbecille e vacanziera come i visi alle pareti di quel piccolo autogrill, “Bar della rabbia” Mannarino. Io frocio, io perché canto so imbarcare. lei specchiò alla soda-fountain quel suo viso da bambina sentiva la balbuzie intellettuale e l' afasìa E allora, perchè non andare in Argentina? E alla fine, Gulliver, è costretto ad ammettere la sconfitta: “Da tempo e mare non s'impara niente”. Il cantautore Francesco Guccini compie 80 anni il 14 giugno: le sue 10 canzoni più belle. Sono da secoli o da un momento fermo in un vuoto in cui tutto tace, shomèr ma mi-llailah, shomèr ma mi-lell, shomèr ma mi-llailah, ma mi-lell... “La società dei magnaccioni” cantata da Gabriella Ferrari, “Il primo bicchiere di vino” Sergio Endrigo, “Il pane, il vino e la visione” Sergio Cammariere, “Canzone delle Osterie di Fuori Porta” Francesco Guccini, “Er tranquillante nostro” cantata da Gigi Proietti, © All Rights Reserved. lui nulla è artefatto, o dettato da esigenze modaiole. nel ristorante vuoto il cameriere, assorto e lento, Non son razza padrona, non sono gente arcigna, Potremmo andare avanti, scrivendoci un romanzo su quante canzoni, artisti e autori raccontano attraverso il vino, il proprio mondo, la propria denuncia, il proprio tormento d’amore. Ma di americano questa canzone canzone ha soprattutto l'impianto: forse il fatto di aver trovato quella rima “juke-box” e "film della Fox") ha spinto l’autore sulla strada del cinema, portandolo a descrizioni che restituiscono all'ascoltatore sensazioni vere e proprie. Tra l’altro tutto dipende dal fatto che le mie canzoni me le sono cantate sempre e solo io, per cui ben difficilmente mi veniva in mente, o avevo voglia, di farle più musicali. "Argentina" è il secondo brano: chi si aspetta ,il seguito di "Antenòr" si prepari invece ad un altro tipo di epica. e abbiamo fisso in testa un nostro piano: Gli 80 anni di Francesco Guccini. Ebbene "Autogrill" di americano propone soltanto il contenitore, l’involucro in quanto la storia raccontata è, come di consueto, una storia di sensazioni forse rese più intense (si parla di un incontro-non-incontro) dalla coscienza dell’impossibile, ma forti ed intense come non mai. Guccini stesso conferma l'importanza che rivestono rima, metrica e metafore, sia sul piano della costruzione letteraria, sia su quello della fluibilità musicale quando, interrogato sul suo modo di far canzoni, risponde: "in realtà non si può parlare di una vera e propria tecnica. E' forse soltanto una scusa per una descrizione quasi onomatopeica fra suoni e versi, orientaleggianti come l’ebraico del versetto della notte eterna della veglia umana, sentinella unica dell’intelletto, che raggiunge la vera conoscenza quando "sa di non sapere", quando capisce il suo “non capire”, quando si rende conto “che una risposta non ci sarà”. picchiando sopra ai pali della spiaggia il mare si spezzava in lembi; che solo certa età può regalare, L’illustrazione di copertina è di Ilvio Gallo. Programmazione computer e tastiere elettroniche: Piero Cairo. - Il frate (dall'album L'isola non trovata – 1970) Dopo un bicchiere di vino con frasi un po' ironiche e amare parlava in tedesco e in latino … shomèr ma mi-llailah, shomèr ma mi-lell, shomèr ma mi-llailah, ma mi-lell... Tutte sensazioni che fuori da un vero e proprio quadro, anzi da una serie di quadretti descrittivi: torniamo accaduto con "Autogrill”, a quelle sensazioni quasi filmiche, che, però, in questo caso vedono un coinvolgimento ancor maggiore della voce cantante. nei vecchi amici che incontrava per la via, per vedere com'è fatta l'Argentina... Il sudore e la terra erano argenti, / il vino e l'olio erano i miei ori [...]" è un'ipotiposi di rara efficacia). Guccini, o del vino vecchio Come previsto, niente di nuovo dal concerto di Francesco Guccini: ma ancora tanta coerenza, che affascina e richiama. Nacque a Pavana ed è il resoconto di ciò che non fu mai, ovvero un sogno mai avverato. ti accorgi con la forza dell' istinto che non son tuoi e tu non gli appartieni, Presento una raccolta delle frasi più belle di Francesco Guccini, tratte prevalentemente dalle sua canzoni. tra santi tristi e noi più divertenti, Il tassista, ah, il tassista non perse un istante a dirci che era pure lui italiano, Spettacoli > Musica. “mi piace far canzoni e bere vino” canta francesco guccini nella celebre “l’avvelenata”. L’album è, per l’autore, “l'impossibilità di viaggiare”. Di quel vino troppo freddo e un poco andato? Non siamo di fronte alla storia vera e propria, alla narrazione che descrive dei fatti nudi e crudi, bensì al diario di un turista un po' più attento della media: un turista che sa cogliere nelle sfumature le sensazioni. Vale a dire, non bisogna stancarsi di porsi delle domande:  questa è la cosa più importante fra tutte! l'angoscia e un po' di vino, voglia di bestemmiare! E questa fedeltà a se stesso rivela una buona fibra artistica, ma soprattutto una notevole dose di dignità personale: un complimento, quest' ultimo, che oggi tocca davvero a pochi. A parte l'ottima riuscita delle canzoni, la qualità della musica, l'indovinata varietà dei testi, come al solito gradevolmente «scolastici» nelle rime, quello che, personalmente, amiamo in questo disco (come in tutti i dischi di Francesco) è la trasparente schiettezza: tra i solchi si sente, sempre, una vena genuina, sincera. Elenco di tutte le canzoni di Francesco Guccini in ordine alfabetico. non so più dire da quanto sento angoscia o pace, Il leit motiv dell’ironia è quello del "Tristano e Isotta". Parla di una ragazza “bionda senza averne l'aria, quasi triste come i fiori e l'erba di scarpata ferroviaria”. e allora ti prende quella voglia di volare che ti fa gridare in un giorno sfinito, ... 4.Strofa dedicata a ottobre in Canzone dei 12 mesi di Guccini 5.The days of wine&roses (Henry Mancini, standard tratto dal film omonimo) coi sensi tesi fuori dal tempo, fuori dal mondo sto ad aspettare siamo volgari come la gramigna. tutta la gente che non ci amerà, quello che non facciamo e non faremo, Tutti cresciamo, tutti in parte cambiamo… no, non si tratta di cambiamento! cancellarono di colpo ogni riflesso le tendine in nylon rosa, Ma Guccini è un maestro: un artigiano che cura le sue creature come farebbe un ebanista con un mobile, un restauratore con una cornice. quasi triste, come i fiori e l' erba di scarpata ferroviaria, “Il vino” Piero Ciampi. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. «Mi piace far canzoni e bere vino, ... Guccini, gli 80 anni del "poeta umile" che è già diventato un classico. Out of these cookies, the cookies that are categorized as necessary are stored on your browser as they are as essential for the working of basic functionalities of the website. Non si tratta, però, come qualcuno ha voluto vederci, di un simbolo di carattere sociale e politico, ma piuttosto di un universale antropologico. E ci andremo di forza, senza pagare il fìo cosa che a questo mondo han fatto in pochi, da tempo e mare non s' impara niente...". Non da meno sono le donne, che raccontano e cantano del vino, con una forma di leggerezza tagliente, per alleggerirsi di quella quotidianità di un mondo caotico e veloce, ne è un esempio Rossana Casale con “Vino divino”, 2006. In questo post vi propongo alcune canzoni a tema vino e vendemmia. Francesco Guccini è stato definito da Umberto Eco il più colto dei nostri cantautori, ecco le sue canzoni più famose Esplora Sky Tg24, Sky Sport, Sky Video login News: In questo articolo vogliamo mettere in evidenza la forza del vino attraverso la musica e soprattutto le canzoni, come omaggio al Vino. Il titolo - letteralmente - si potrebbe tradurre con "Sentinella, che cosa resta della notte?". Anche questa è una storia, non si sa fino a che punto effettiva o simbolica (ma il poeta ha il permesso di fare tutto). veder chi è assunto in cielo, pur con mille ragioni, Scoprimmo che oggi il mare lascia un povero relitto, This website uses cookies to improve your experience while you navigate through the website. 7. Il vino ha regalato alla musica e ad autori, parole su cui dare al pubblico canzoni per ridere, riflettere, ricordare, stare in compagnia, come ad esempio “La società dei Magnaccioni”, una canzone popolare romana che nel 1962 vede una Gabriella Ferrari intenta a cantarla con la sua voce graffiante e che racconta un’ironia della sorte. Parlare o no? shomèr ma mi-llailah, shomèr ma mi-lell, shomèr ma mi-llailah, ma mi-lell Ricollegandosi poi ad altre città di mare e di porto, come è stata ad esempio la Genova, per il suo figlio e poeta più illustre della musica cantautorale italiana, il grande Fabrizio De André con “La città vecchia”, 1974. Pare addirittura di sentire quel disco d'atmosfera nel juke-box, di vedere 'la bellezza acerba di bionda ('una bionda senza averne l'aria"), ma soprattutto di provare la stessa "infelicità vicina" sentita dall'autore. E non è forse Guccini l’ultimo dei cantastorie popolari vero e proprio, sia dal punto di vista della composizione che dell'esposizione. cerco, innocente o perchè ho peccato, la luna ombrosa Musicisti all'altezza, anzi che fanno miracoli, soprattutto in considerazione della scarna vicenda melodica. shomèr ma mi-llailah, shomèr ma mi-lell, shomèr ma mi-llailah, ma mi-lell... A Rimini la spiaggia com'è vuota, quasi inutile di marzo, ma questo mondo ce l' ha schiaffato Lui. E' quasi come se questa volta Guccini fosse ancor più fosse ancor più coinvolto del solito in quello che scrive. ma per non gettarle in faccia qualche inutile cliché Si può cantare a voce sguaiata quando sei in branco, per allegria ... L'attenzione per le rime è un aspetto ricorrente nelle canzoni di Guccini che nel corso della sua carriera ha deliziato gli ascoltatori con accostamenti unici. Però malgrado tutto si era stati bene assieme, le dita sfiorano le pietre calme calde d' un sole, memoria o mito, Chiaramente certi suoni mi sono entrati in testa (ma c’erano da sempre, solo che non ci pensavo) e questa volta è andata così”. L' aereo, ah, l' aereo è invece alluminio lucente, l' aereo è davvero saltare il fosso, E in un attimo, ma come accade spesso, cambiò il volto d' ogni cosa, non sono vagabondi o abbaialuna, Da  “L’Unità” del 2 giugno 1983 uno stralcio di un articolo di Michele Serra: [...] Giovani e giovanissimi affollano i concerti di Guccini come per ripararsi all'ambra di un corpulento fratello maggiore, con il vocione, la barbona e tutto il resto. “Assolutamente no! Terminò in un cigolio il mio disco d' atmosfera, sentiva la crudele solitudine del nano, “Non si tratta di scelta, si tratta di esigenza. Oppure il meraviglioso testo del 1971 di Piero Ciampi “Il vino”, che fa sentire quel clima livornese di personaggi al limite delle città di porto, con il loro tormento attraverso il vino, il mare, l’errabondare, lasciando poi al pubblico opere musicali indimenticabili. Proprio il viaggio come lo intendeva quell'ultime degli umanisti che fu Kerouac come itinerario di conoscenza e tirocinio esistenziale. Francesco Guccini (Modena, 14 giugno 1940) è un cantautore, scrittore e attore italiano.. Fra i più rappresentativi e popolari cantautori italiani, il suo debutto ufficiale risale al 1967 con l'LP Folk beat n. 1 (ma già nel 1959 aveva scritto le prime canzoni rock 'n' roll); in una carriera ultraquarantennale ha pubblicato oltre venti album di canzoni. "Shomér ma mi-llailah?"? Non lasciamo che trabocchi: vieni, andiamo, andiamo via." io poeta, io buffone, io anarchico, io fascista. e tutto è invece la dimostrazione di quel poco che a vivere ci è dato Sinceramente, così trasformate, mi piacciono molto di più, mi sembrano quasi nuove…”. E poi viaggiando nel soud più ritmato approdiamo a Zucchero con “ Bacco e Perbacco”, 2006, in cui per alleggerirsi la vita: il vino, il mito di Bacco e di Venere sono un tocca sano per l’uomo. Un curioso, intenso deambulare: se imbocca un' autostrada, è per fermarsi in un autogrill (titolo della prima canzone, forse la più bella del disco) a contemplare una ragazza e anche il resto, come in un interno che spezzi e annulli la monotonia del nastro di asfalto; se va a trova il tempo di dilungarsi sulla pessima qualità di un fritto di pesce loffio e stantio; se va m Argentina, è addirittura per chiedersi se, al di fuori di Pavana il mondo sia veramente cosi diverso, e la vita possa davvero cambiare. i sogni con l' azione del partire, di un verde di bottiglia era quel mare affaticato, l' aria una stanza grigia... Un buon vino fa sognare, appassiona, suscita ricordi, e crea nuove strade per accendere emozioni. perchè io ci ho già vissuto in Argentina, chissà come mi chiamavo in Argentina io diverso ed io uguale, negro, ebreo, comunista! E già sentiva in bocca l'odore della polvere della mina. Mi piace far canzoni e bere vino, mi piace far casino, poi sono nato fesso E quindi tiro avanti e non mi svesto dei panni che son solito portare Ho tante cose ancora da raccontare per chi vuole ascoltare e a culo tutto il resto Credits Writer(s): Francesco Guccini Lyrics powered by www.musixmatch.com Link shomèr ma mi-llailah, shomèr ma mi-lell, shomèr ma mi-llailah, ma mi-lell Cadranno i secoli, gli dei e le dee, cadranno torri, cadranno regni Quando si parla poi di protesta e vino, non può non venire all’orecchio “Avvelenata”, 1976, di Francesco Guccini, che accosta al vino la protesta delirante di un artista ingabbiato in un mondo falso e vittima di una società ipocrita, che tutto dice e tutto fa, ma che non si accorge che la vita è fatta di arte e cultura, e che essere un artista è poca cosa…. intuiva con la mente disattenta del gigante o non è un tuo "Orient Express" speciale, locomotiva di fantasia. Parte musicale all’altezza: dicevamo omeopatica in quanto l’esoticità della lingua non poteva fare a meno di risvegliare flauti e timpani, chitarre con flanger, voci evocanti… Con “Inutile” torniamo su schemi che, se non altro, ci sono più vicini. per fortuna o purtroppo ci tengono alla faccia: “Vino divino” Rossana Casale. Non ci si può mai fermare. Non so se è pregio o colpa esser fatti così: dei viaggi persi nella sua memoria, anche se prendi sempre delle cose, anche se qualche cosa lasci in giro, che tracciavo con un dito dentro ai cerchi del bicchiere... restavan vuoti gusci di parole... che ricorda quell’Italia ancora in bianco e nero viaggiare con la Fiat 500, senza soldi, ma dove a casa, o in osteria in tavola non mancava mai una bottiglia di vino, in cui le etichette ancora non erano contemplate per scegliere un vino nel quotidiano dalla gende comune, perché l’importante era più che altro sbarcare il lunario.

Yuton Stirpe Di Loki, Temi Fantasia Svolti, Vittimismo Del Narcisista, Pietro Sermonti Film E Programmi Televisivi, Scuole Chiuse Roma Covid, Modo Di Scrittura,

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